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Scosse a Pozzuoli, parla il vulcanologo Luongo: “Verificare se i terremoti stanno passando dalla profondità alla superficie”

Negli ultimi giorni a Pozzuoli e in tutta l’area dei Campi Flegrei si è registrato un aumento dell’attività sismica, non per ultimo lo sciame sismico di questa mattina. Nella giornata di venerdì sono stati più di cento i terremoti registrati dall’Osservatorio Vesuviano, con uno degli eventi sismici che ha raggiunto una magnitudo di 3.6 gradi e che ha portato i cittadini anche a scendere in strada per la paura.

Di questa situazione e dei possibili scenari ne abbiamo parlato con uno dei massimi esperti in materia, il vulcanologo Giuseppe Luongo, docente emerito di Fisica del Vulcanismo all’Università di Napoli “Federico II” e già direttore dell’Osservatorio Vesuviano. “È un’attività che deve sollecitare l’attenzione della Protezione Civile anche perchè le persone che avvertono i terremoti non hanno le competenze per valutarne la pericolosità. È evidente che di tanto in tanto il fenomeno mostra una crisi della crisi nel senso che c’è una maggiore attività e si libera energia sismica, ovvero una massa che spinge – evidenzia il professore Luongo.

Qui ci sono pareri diversi dei ricercatori: c’è chi dice che il magma si trovi a otto o dieci chilometri di profondità mentre qualcun altro pensa si possa trovare in una profondità minore. Ad ogni modo c’è una spinta che può essere di magma o fluidi che deformano il suolo, che raggiungendo un certo livello di sopportazione si frantuma creando il terremoto. Possiamo confidare però che si possono verificare al massimo scosse di magnitudo 4 perchè il volume di rocce che si trova in profondità oltre i tre chilometri è molto contenuto dunque non si hanno fratture come quelle che possono avvenire nella parte superficiale”, spiega Luongo in merito a quanto si sta verificando.

Per il vulcanologo, inoltre, bisogna capire se tutto ciò che sta avvenendo sono dei segnali precursori di una possibile eruzione.“Bisogna verificare se c’è la spinta di un materiale che sta migrando verso la superfice. Chi si occupa del controllo sul territorio deve verificare se i terremoti stanno passando dalla profondità alla superficie e devono anche spiegare se anticipano delle eruzioni”.

Infine, secondo Luongo, non basta organizzare tavoli tecnici e che le istituzioni e gli organi di competenza, sono chiamati a fare chiarezza soprattutto su un eventuale pericolo. “Personalmente ritengo che sia un pericolo che si può sopportare, un pericolo non tanto elevato da doversi allontanare. Naturalmente un sindaco o chi per esso, ha la responsabilità di tutta la comunità per cui deve dare massima attenzione per garantire la sicurezza dei cittadini e la stabilità degli edifici.

Questi eventi che si stanno verificando non hanno l’energia tale di mettere in crisi, diciamo cosi, una struttura di cemento armato ma è chiaro che se ci troviamo difronte una struttura con muratura di vecchia costruzione decadente qualcosa può accadere”, conclude in merito alla stabilità degli edifici il prof. Luongo.

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