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POZZUOLI| Venne denunciato per “interruzione di pubblico servizio” e “procurato allarme”, la replica: “Chiamai il 118 perchè avevo bisogno di aiuto”

Quanto accaduto a Pozzuoli in via Solfatara nel novembre 2021non era stata una vicenda familiare o un’iniziativa con lo scopo di appropriarsi dell’abitazione e del ristorante attiguo” come dichiarato dal Dott. Ruggiero, medico del 118 e presidente dell’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” “ma bensì un caso di vero disagio sanitario nel gestire una persona mentalmente instabile“.

A farlo sapere, replicando, è Maurizio Palma, il cittadino puteolano coinvolto in prima persona e denunciato in quell’occasione dallo stesso Dott. Ruggiero per “interruzione di pubblico servizio” e “procurato allarme”.

Una denuncia, questa, che successivamente è stata archiviata dal Tribunale di Napoli. Sull’accaduto Palma fa sapere che il 118 lo aveva chiamato perché la situazione con il padre era diventata ingestibile e aveva bisogno di aiuto.

“Chiamai il 118 perchè avevo bisogno di un aiuto con mio padre. Non avevo le competenze e non sapevo come gestire altrimenti lo avrei fatto io in quanto la situazione con lui era diventata ingestibile – spiega Palma – Prima di quell’episodio ci sono stati dei precedenti dove sono intervenuti anche i Carabinieri, la Polizia Municipale ed i servizi sociali, testimoni e anche essi impossibilitati nell’agire in quanto la questione era puramente legata ad uno stato carente di salute mentale e non legale.

Per l’appunto mio padre, poi, morì due mesi dopo da quell’episodio per embolia cerebrale dovuta all’occlusione delle carotidi ma il Dott. Ruggiero nel suo intervento dichiarò che mio padre godeva di ottima salute fisica e mentale denunciandomi per procurato allarme. Lo portammo quindi in ospedale e ci dissero che non c’era più nulla da fare e di fargli vivere questi ultimi giorni a casa.

Vorrei che questa persona – fa sapere ancora Palma – chiedesse scusa, riconoscendo il suo errore e abbia almeno il rispetto per chi non c’è più smettendola di dichiarare e scrivere cose non vere”.

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