C’era una volta Monte di Procida, alcuni chalet si spostano a Bacoli: l’ultima batosta
C’era una volta Monte di Procida, il paese della cistecca, del Ferragosto, dei pub sulla Panoramica e di Piazza XXVII Gennaio. La chiusura degli chalet rappresenta l’ultima batosta sia sul fronte turistico che economico. La terrazza flegrea per molti è cambiata. Non c’è più la vita di prima, non c’è più l’affluenza di un tempo. Alcune attività si sposteranno verso il centro storico bacolese e intorno al lago Miseno.
In realtà, da decenni, tra orecchie da mercante, menefreghismo e scopi personali, la responsabilità della situazione odierna ricade su tutti, in primis sulle amministrazioni che si sono susseguite fino ad oggi. La problematica degli chalet era una bomba ad orologeria che dopo la tragedia di Ischia è scoppiata in maniera definitiva con la chiusura per motivi di sicurezza delle attività che sorgono sulla panoramica. E giorno dopo giorno saltano fuori nuovi locali che devono fermarsi e trovare una nuova alternativa.
“Siamo il paese della Cheesesteak, a chi la faremo mangiare? E chi la preparerà se non i nostri pub in quanto specialità e patrimonio di questo paese?”, lamenta un cittadino di Monte di Procida, ricordando una pietanza che è simbolo del piccolo Comune. Per bypassare lo stallo e mantenere gli chalet a Monte di Procida, diverse sarebbero le soluzioni. La prima consisterebbe nel mettere in sicurezza il costone dove affacciano i locali. Ciò a spese dei gestori che a loro volta dovrebbero interfacciarsi con i proprietari. L’alternativa sarebbe quella di spostare le attività sul lato opposto della strada, nell’area acquistata da un imprenditore locale e iniziare a costruire dei prefabbricati. Soluzione quest’ultima prevista anche dal PUC.
