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Bradisismo, parla il vulcanologo Luongo: “Il fenomeno non è in fase calante. Priorità alla sicurezza”

In merito allo sciame sismico in atto da questa mattina nella zona flegrea, composto, al momento, da ben 75 terremoti, e che ha generato ansia e paura nella popolazione, con gente scesa in strada in diversi quartieri della città di Pozzuoli, si è espresso il professore Giuseppe Luongo, docente emerito di Fisica del Vulcanismo all’Università di Napoli “Federico II” e già direttore dell’Osservatorio Vesuviano.

Luongo, in un lungo post sul social network Facebook, nell’evidenziare l’inerzia della Protezione Civile, sottolinea come il fenomeno bradisismico, visti gli ultimi accadimenti, non sia in una fase calante e quindi vicino ad una breve conclusione. Inoltre il vulcanologo ribadisce la priorità rivestita in questo momento dalla sicurezza sismica e bacchetta infine il primo cittadino di Pozzuoli, Gigi Manzoni, invitandolo a non giustificarsi per le scelte assunte.

Stamane la sequenza sismica ai Campi Flegrei ha mostrato che il fenomeno non è in una auspicata fase calante che potrebbe tradursi in breve nella fase conclusiva – dice Luongo. Perciò non è accettabile l’attuale inerzia mostrata dalla Protezione Civile. I terremoti registrati sono per energia ai livelli già sperimentati e l’energia totale liberata in mattinata è equivalente a quella di un terremoto di Magnitudo 4.0.

Il processo di liberazione di energia con terremoti ravvicinati delle magnitudo registrate, fa ipotizzare, come abbiamo più volte affermato, nonché sperare che il sistema non sia capace di generare terremoti di più elevata energia, per la natura scarsamente rigida del mezzo e per l’azione di un campo di sforzi molto contenuto per il volume di rocce interessate e la sua intensità.

Dall’incontro della Protezione Civile con la popolazione l’11 aprile non sono emerse novità sul fenomeno né ipotesi sul suo sviluppo – sottolinea il professore. Al momento la priorità si conferma la sicurezza sismica: Ma non si può rinviare tutto al termine delle analisi di vulnerabilità per un tempo non definito. Nel mentre potrebbero essere comunicati alla cittadinanza alcuni suggerimenti per la sicurezza sismica.

Ad esempio gli esperti in ingegneria sismica potrebbero indicare se la pericolosità dei terremoti sia dovuta all’ampiezza e frequenza delle oscillazioni del moto del suolo oppure alle fratture al suolo eventualmente generate dai terremoti. Nel primo caso quali tipologie di edifici, per dimensioni e materiali utilizzati, sarebbero maggiormente esposti e per quali livelli e frequenze delle vibrazioni potrebbero essere danneggiati o collassare? Se, invece, si temono le fratture al suolo per eventuali collassi, bisogna che sismologi e vulcanologi sviluppino indagini per verificare la localizzazione di tali potenziali strutture. Tutto ciò per arginare, con la dovuta cautela, il timore che producono le sequenze sismiche – evidenzia l’ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano.

Il fenomeno conferma sempre più la sua complessità che dovrebbe suggerire a quanti sono impegnati nel monitoraggio a non chiudersi in un gruppo dove tutti hanno la stessa visione, a non rigettare a priori altre tesi sulla sua interpretazione, a raccogliere tutte le forze e competenze interne ed esterne e, infine, al Sindaco va l’invito a non giustificarsi per le sue scelte, affermando che sugli interventi per la sicurezza dei cittadini segue i dettami delle istituzioni impegnate nelle attività di Protezione Civile, il suo compito di responsabile di Protezione civile della città è anche quello di verificare l’attendibilità e la validità delle segnalazioni della comunità per evitare ogni dubbio alla popolazione frastornata spesso da notizie non verificate“, conclude Luongo.

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