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Strage del bus a Monteforte Irpino: chiusa l’istruttoria del processo d’appello

Si è conclusa nella giornata di giovedì, dopo oltre due anni, la fase istruttoria del processo d’appello sull’incidente stradale avvenuto sull’autostrada A16 all’altezza di Monteforte Irpino, in cui morirono quaranta persone. Era la sera del 28 luglio del 2013, quando un autobus di pellegrini di Pozzuoli, precipitò dal viadotto Acqualonga dell’autostrada Napoli-Canosa.

Sulla base di quanto emerso dal processo di primo grado, a causare la tragedia fu un guasto all’impianto frenante dell’autobus determinato dai danni arrecati da alcune parti della trasmissione del bus separatesi per la rottura di alcuni perni di serraggio.

Perni, che secondo la difesa di Gennaro Lametta, titolare del bus precipitato e condannato in primo grado a 12 anni di reclusione, si sarebbero potuti rompere a causa dello scorretto serraggio praticato senza l’utilizzo di una speciale chiave, chiamata dinamometrica. L’avvocato Sergio Pisani, che assiste Lametta, ha anche presentato come prova difensiva la registrazione di una conversazione.

Sulla base di quest’ultima circostanza i giudici, hanno sentito anche un meccanico, collaboratore dell’officina dove venne effettuato l’intervento alla trasmissione del bus, il quale riferì anche che il veicolo rimase tre giorni in quell’officina per gli interventi di manutenzione. Prossima tappa del processo, il 20 aprile prossimo, quando nell’aula bunker del carcere di Poggioreale, si terrà la requisitoria del sostituto procuratore generale.

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