Puteoli Sommersa, ritrovati resti di edifici, strade e reperti: il reportage sulla rivista “Archeologie” 

Sull’ultimo numero della Rivista Archeologie, dedicato al territorio di pertinenza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, c’è un reportage su Puteoli Sommersa. Il servizio è realizzato da Michele Stefanile con Michele Silani e Maria Luisa Tardugno.

“Ripa Puteolana. Ricerche di archeologia subacquea nel porto sommerso di Pozzuoli” questo il titolo del reportage che mette in evidenza le attività di ricerca a Puteoli Sommersa da parte di Soprintendenza, DiLBeC, Università degli Studi della Campania L.Vanvitelli e Scuola Superiore Meridionale. 

La Ripa puteolana si estende per circa due chilometri lungo la linea di costa tra il porto di Pozzuoli e il “Portus Julius”. La città sommersa di Pozzuoli è un’importantissima area archeologica subacquea che sta svelando sorprendenti reperti storici rimasti nascosti per molto tempo a causa dell’insediamento industriale.

Il progetto “Tra terra e mare. Studi e ricerche nelle aree costiere dei Campi Flegrei”, nato nel 2021 da un accordo tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli e l’Università degli studi della Campania ha stabilito un programma di documentazione della Ripa puteolana. 

A Puteoli Sommersa nel 2022 sono stati eseguiti rilievi aerei e subacquei su una superficie di 11 ettari. Le ricerche hanno portato alla luce una serie di strutture portuali, tra cui horrea, tabernae, strade, edifici amministrativi e sacri. E ancora un’enorme quantità di resti architettonici, marmi, colonne, ceramiche e metalli ritrovati lungo la costa.

Dal 2021 è iniziata l’esplorazione dell’intera area compresa tra il porto di Pozzuoli e il pontile Prysmian (ex Pirelli), allo scopo di ottenerne una mappa moderna, dettagliata e funzionale allo studio e alla documentazione della zona.

Nell’area del vicus Lartidianus il cosiddetto portico delle Ninfe ha rivelato 14 colonne su una fila di 65 metri, i resti di una strada e quelli di diversi edifici. Nella stessa area è stata rilevata la presenza di un’ampia serie di horrea, banchine portuali e magazzini con strati di imbiancatura e una piccola stanza con dolia interrati circondati da mosaico. 

Inoltre è emerso un antico tempio del secolo scorso fino a poco tempo fa quasi totalmente dimenticato: il tempio dei Nabatei, antica popolazione dell’Arabia. I ricercatori hanno esplorato anche il vicus Annianus, altro settore del lungomare, documentando imponenti granai, 26 per fila con, probabilmente, due o tre piani.

Infine i ricercatori hanno perlustrato il settore compreso tra il vicus Lartidianus e il vicus Annianus. Qui è emersa una penisola, mai documentata in precedenza, con i resti di un edificio monumentale impreziosito di marmi pavimentali e parietali. Le indagini e gli studi a Puteoli Sommersa sono ancora in corso e proseguiranno anche in futuro. 

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