“Parole inaccettabili di Ciciliano”: Pozzuoli Ora chiede provvedimenti

*Riceviamo e pubblichiamo
“Se arriva una scossa di magnitudo 5, cadono i palazzi e conto i morti“: questa dichiarazione, pronunciata dal Capo della Protezione Civile, ha suscitato sconcerto e indignazione tra i cittadini dei Campi Flegrei, già provati da mesi di incertezza e timori legati al fenomeno bradisismi. Una dichiarazione, però, che riapre completamente la discussione sulla resistenza dei fabbricati di Pozzuoli.
“La dichiarazione del capo della Protezione Civile Nazionale è spiazzante. – commenta il consigliere comunale Riccardo Volpe – Un atteggiamento del genere non dovrebbe appartenere a nessuna istituzione. Non si può rispondere così a una folla impaurita ormai da mesi e mesi. Ieri, durante l’incontro con la Protezione Civile, è emerso con chiarezza che i cittadini sono confusi e disorientati. Chi governa non può limitarsi a constatare i rischi, ma deve fornire risposte concrete e immediate. È compito della classe dirigente indirizzare la paura e trasformarla in azione, non alimentare il senso di abbandono».
Il consigliere del gruppo Pozzuoli ORA, poi si concentra anche sulla richiesta di una verifica e messa in sicurezza degli edifici della città, non escludendo la possibilità di una manifestazione pubblica nei confronti del Governo: “Da mesi ci viene detto che il bradisismo può raggiungere magnitudo 5. Questo significa che esiste la consapevolezza di un rischio reale e potenzialmente devastante. Dobbiamo dunque rassegnarci a contare i morti o pretendere che lo Stato intervenga per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio pubblico e privato? Servono fondi straordinari per le verifiche, la prevenzione, per il consolidamento degli edifici, per garantire che nessuna scossa futura si trasformi in tragedia”
Conclude poi il Consigliere: “La nostra città merita risposte e investimenti immediati e politica locale deve pretendere ogni centesimo necessario per garantire la sicurezza dei cittadini. Lasciare che questa emergenza si trascini senza soluzioni significa accettare l’idea che il rischio sia inevitabile. E questo è inaccettabile. Per questo – conclude Volpe – non escludiamo in nessun modo l’organizzazione di una manifestazione pubblica che rivendichi dei concetti semplici: vogliamo vivere qui, ed in sicurezza“.
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