POZZUOLI| Aumentati gli affitti delle case popolari, scatta la polemica

A Pozzuoli sono aumentati gli affitti delle case popolari nel quartiere di Monterusciello. Pronta la risposta e mobilitazione dei residenti di Monterusciello che non accettano quanto deciso, soprattutto dato lo stato fatiscente in cui riversano queste abitazioni tra problemi di umidità, mancanza di corrente elettrica e pavimentazioni degradate.
“Il nostro primo cittadino ha avuto la brillante idea con la sua giunta comunale di aumentare il pigione ai residenti dove ci si abita in case fatiscenti pieni di umidità. Hanno promesso di aggiustare i fabbricati, l’ultimo avviso era per gennaio ma siamo ancora qui. Perché siamo residenti in un quartiere non si ha beneficio, cittadini di serie A e di serie B. Venite a vedere le nostre case dove viviamo”, racconta una residente del lotto 2.
“La mia casa è un cola pasta, puzza tutto di umido, strade senza strisce, senza luce e completamente al buio, e poi il Natale è stato un cimitero. E gli affitti sono raddoppiati e anche triplicati”, aggiunge un altro cittadino.
A intervenire sulla questione è anche il consigliere comunale di Pozzuoli ORA!, Riccardo Volpe: “L’aumento dei canoni di locazione delle case popolari di Monterusciello è ingiustificato. Non perché non fosse necessario adeguarsi a una decisione della Regione Campania (ricordiamo che l’aumento non è una scelta del Comune, ma regionale), ma perché da 40 anni nei lotti popolari di Monterusciello non si interviene seriamente.
“Case in cui piove letteralmente in testa, dove l’umidità è ovunque, cantine fatiscenti, pavimenti con mattonelle rialzate, bagni degradati. Oltre al danno, anche la beffa! Il punto non è che la gente non voglia pagare il canone, ma che vive in condizioni che non possono essere definite “casa”. E’ necessario aprire un dialogo con la Regione Campania affinché tutte le agevolazioni previste per gli alloggi fatiscenti siano applicate correttamente, a tutto il canone e non solo per una parte come fatto adesso.
Occorre avviare una seria programmazione di interventi per lavori ordinari e straordinari, coinvolgendo anche lo Stato centrale, per rendere quegli alloggi degni di essere chiamati “case”. E va fatta una verifica per distinguere chi ha davvero bisogno e chi no, e regolarizzare quei cittadini che aspettano da anni una sanatoria. Ma prima di tutto bisogna restituire a queste abitazioni la dignità di potersi chiamare casa”.
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