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POZZUOLI| Le Maschere Nude di nuovo a Sant’Artema: teatro d’autore che diverte ed emoziona

Le “Maschere Nude” sono tornate in scena con grande successo, al teatro di Sant’Artema a Monterusciello, presentando la commedia “Una visita di riguardo” ennesima, brillante opera dell’autore e regista Antonio Magliulo – che ha suscitato grasse risate e applausi scroscianti da parte dei numerosi presenti.

La vicenda è ambientata a casa di don Ersilio, un facoltoso sessantenne (magistralmente interpretato da Carlo Pizzella) che desidera porre fine ad una vita libertina e dai costumi dissoluti, aspirando a diventare diacono. 

Per riuscirci, dovrà ricevere il vescovo (Arnaldo De Lisio) e dimostrargli di essere degno della carica. Gli daranno una mano nell’impresa i suoi fidati servi, il timido Carluccio (Rino Avallone) e la paziente Rosa (Daniela Iaconis) i quali dovranno contrastare varie insidie, derivanti dagli intrallazzi del traffichino Antimo (Enzo Todisco) e dall’opportunismo di un cialtrone “azzeccagarbugli” come Alberto Alberti (Giuliano Sammartino) o dall’arrivo di una potenziale amante (Monica Telesca). 

Non mancano scaramucce amorose, come quelle tra la giovane svampita Susy (Federica Iaconis) e l’improbabile cantante Tony (Vincenzo Benducci) o quelle tra Ernesto (l’ispiratissimo Giovanni Grasso) e la chiassosa Rachele (Geraldine Crispo), quest’ultima tormentata dalla presunta infedeltà del marito e dal gioco del lotto, finendo per dare letteralmente “i numeri”, in una serie di spassose gag. 

Ancora una volta, come nel teatro greco e plautino o nella Commedia dell’Arte, saranno proprio i più umili, i servi, a sbloccare e a risolvere, anche se in modo del tutto inaspettato, la situazione. L’autore, a dispetto dell’arroganza e della presunzione dei “grandi”, premia invece i sentimenti genuini, l’amore e le buone intenzioni dei “piccoli”.

Proprio questi ultimi vengono incitati e sostenuti dal pubblico che, con numerose e calorose ovazioni, li accompagna divertendosi. Del resto, il “rito” dello spettacolo teatrale, per essere realizzato appieno, va vissuto in egual misura da spettatori e attori, con pari dignità.

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