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Il “no hate” di Debora Barletta, tra le Donne Dell’Anno 2021. Vota e fai votare!

D.it, ha indetto il premio Donna Dell’anno 2021. Tra le finaliste c’è una protagonista made in Pozzuoli, Debora Barletta. Con una “storia” tutta da raccontare, di quelle che restano fissate per sempre, non in evidenza solo per 24 ore. La professionista flegrea, esperta in Diritti Umani, è in lizza per il premio Donna Dell’Anno indetto da repubblica.it. Vota e fai votare, ci vien da dire, e c’è ancora tempo. Tra le nominate “la nostra” è tra le più giovani. Ed è presentata così dalla redazione del quotidiano nazionale. “Condividere è la forma più splendente e grandiosa di felicità”, è il mantra di questa trainer in educazione ai diritti umani. Si occupa di partecipazione giovanile, empowerment, contrasto all’hate speech: nel 2021 ha partecipato al #TOTHRE, il programma Training of Trainers in Human Rights Education del Consiglio d’Europa. È coordinatrice del No Hate Speech Movement Italia e vice-presidente di Apice, Agenzia di Promozione Integrata per i Cittadini in Europa, che promuove una cultura europea comune e lo sviluppo sociale Il tutto, per votare e conoscere le altre storie delle eccellenze del 2021, c’è da cliccare al seguente indirizzo: http://ladonnad.repubblica.it/2021/

Dare lustro alla propria terra natale attraverso la tutela dei diritti umani fa onore a Debora e alla città di Pozzuoli, da cui proviene con orgoglio. Un riconoscimento ai sacrifici, in silenzio, portati avanti, negli anni, alzando sempre l’asticella del sapere. Salvaguardare i diritti umani come vettore per la valorizzazione dei territori. Portare la cultura e l’accoglienza al Centro per mettere da parte l’odio. La conoscenza come scudo per gli attacchi quotidiani dalla cieca, e becera ignoranza, che è sempre dietro l’angolo. In un mondo globale tra i nemici dell’umanità c’è anche l’odio da combattere e sconfiggere quotidianamente, giorno dopo giorno. Ne sa qualcosa la dottoressa Barletta, puteolana doc e anima e motore di No Hate Speech Movement Italia. Perchè il web può risultare prezioso strumento di comunicazione e conoscenza, ma anche al contrario di odio, e violenza-virtuale. “La Campagna “No Hate Speech Movement” è una iniziativa giovanile internazionale, nata all’interno del Dipartimento Gioventù del Consiglio d’Europa, realizzata in 44 paesi del mondo e durata nella sua veste internazionale dal 2013 al 2017. È attiva qui in Italia dal 2013 ed è attualmente implementata da un Gruppo Attivista e diverse organizzazioni riunite in un Coordinamento Nazionale. – ci spiega la Barletta – La campagna ha lo scopo di contrastare i discorsi d’odio online ed offline utilizzando: Educazione ai Diritti Umani, Alfabetizzazione Digitale, Partecipazione Giovanile e Contro narrazioni e Narrazioni Alternative.
Finora abbiamo prodotto decine di campagne e formato un numero incredibili di giovani in tutto il Paese, aiutando a creare consapevolezza rispetto a questo problema e fornendo strumenti utili ad affrontarlo.

Una vita in salita, la sua storia e una candidatura. E’ tra le donne del 2021…
Onestamente sono ancora incredula. Non mi spiego come il mio nome sia finito in mezzo a quello di tantissime donne che hanno fatto e stanno facendo la storia del nostro paese. Conosco inoltre decine di attiviste, alcune piú giovani di me e che già hanno fatto tantissimo, verso le quali mi sento in profondo imbarazzo, però mi è toccata questa responsabilitá e per questo motivo credo sia mio dovere utilizzare questa candidatura per contribuire al riconoscimento del lavoro di tante persone che sono impegnate nella difesa dei diritti umani e nella partecipazione giovanile e per le quali manca il giusto apprezzamento, in termini di valorizzazione del lavoro ma anche di rispetto della loro professionalità, spesso frutto di anni di gavetta ed enormi sacrifici.

No Hate Speech Movement Italia, quanto è stato importante durante questo periodo di pandemia per comunicare
Il Gruppo Attivista del No Hate è per me fonte di enorme soddisfazione e conforto, anche nei periodi più difficili. Bisogna poi pensare che si è formato proprio a marzo 2020, all’inizio della fase più acuta della pandemia da COVID19 e mi piace pensare che abbia rappresentato un luogo sicuro e stimolante per chi ne fa parte, contribuendo ad interpretare e comprendere la complessità degli ultimi mesi, dando uno scopo e una missione comune ad un gruppo di giovani che hanno voglia di cambiamento.

I social come strumento di comunicazione, anche se c’è chi li utilizza per “espandere” l’odio….
Il lavoro attivista contribuisce proprio a mostrare il lato costruttivo e positivo dei social media, che possono davvero connettere in modo significativo. La stragrande maggioranza del nostro gruppo infatti non si è mai incontrata offline e tutto il nostro lavoro si svolge grazie ai social e agli strumenti di interazione digitale. Nonostante questo chi fa parte del gruppo attivista si sente davvero in connessione con gli altri e sa di poter contare su una rete di supporto forte.

Da coordinatrice nazionale del “No hate”, quanto è importante per voi il web?
E’ fondamentale perché ci permette di arrivare a più persone e di espandere il nostro network, con cooperazioni e collaborazioni con altre reti e gruppi attivisti che sono impegnati contro l’odio. Il nostro scopo infatti è di aprire i nostri spazi e di offrirli per dar vita a dialoghi e discussioni costruttive, basate sul rispetto e sull’incontro.

Salvaguardare i diritti umani, rappresenta la vostra missione primordiale, come sviluppate tutto ciò?
Tutto il nostro lavoro è basato sui valori dei diritti umani, così come trasmessi dal Consiglio d’Europa e da tutte le grandi convenzioni internazionali. Per noi infatti il rispetto e l’applicazione dei diritti umani sono pratiche di vita vera e propria. I diritti umani permeano tutte le nostre azioni e per questo per noi è fondamentale far capire che il nostro obiettivo è contrastare l’odio e i suoi meccanismi, non censurare o attaccare.
Anche chi odia infatti è protetto dai valori dei diritti umani e ci teniamo a specificare che il nostro bersaglio sono i motivi che spingono una persona ad odiare, non la persona in sé, che può anzi diventare alleata e, anche quando sostiene posizioni opposte alla nostra, merita rispetto e ascolto, proprio perché ciò che contestiamo e attacchiamo sono le azioni, mai gli individui, che spesso odiano anche in maniera inconsapevole o perché spinti da modelli e strutture di cui non sono direttamente responsabili..

APICE – Agenzia di Promozione Integrata per i Cittadini in Europa, ce ne parli un po’
APICE è l’associazione di cui sono vicepresidente e che ha lanciato il gruppo di coordinamento nazionale del No Hate. Per me il lavoro con APICE è fondamentale perché è attiva su territori complessi e svantaggiati della Calabria, permettendomi di apprendere come coinvolgere e come offrire alternative a giovani a cui è stato insegnato che il mondo ha poco in serbo per loro, in luoghi dove la criminalità la fa da padrone.
Il mio desiderio infatti è di portare l’esperienza di APICE anche nella mia terra, sfruttando l’ottimo lavoro che stiamo svolgendo all’interno di un bene confiscato di Casapesenna, l’ostello “Il Paguro”, coordinato dall’associazione GIOSEF (Giovani senza frontiere) di cui siamo parte e che è impegnata nello sviluppo giovanile e di comunità, insieme a tante altre associazioni, basate sui territori di Aversa, Casal di Principe, Villa di Briano e altri, che hanno creato una rete di comunità all’interno dei beni confiscati alla camorra, fornendo servizi e opportunità.
Credo infatti che anche il territorio flegreo possa iniziare una seria opera di riqualificazione degli spazi periferici, soprattutto in aree come il Rione Toiano e Licola Mare, offrendo luoghi di aggregazione positivi e iniziative di formazione e sviluppo che possano aiutare chi vive il nostro territorio, giovane e non.
La tua terra, Pozzuoli e l’area flegrea, è sparsa di elementi culturali, molti sul piano potenziale. Quali sono i feedback che ricevete da No hate (credo di aver risposto nella domanda precedente)

Va annoverata, a pieno titolo, tra le eccellenze flegree. Fermare la fuga dei talenti è possibile?
Credo che non sia solo possibile ma necessario. Spesso si parla molto di come il nostro patrimonio storico, archeologico e naturalistico non sia sfruttato, ma non si parla in maniera così appassionata dei giovani che sempre più spesso scelgono di formarsi, lavorare e stabilirsi altrove.
Risolvere questo problema non è facile ma diventa impossibile se non ci si investe tempi, risorse e idee, abbiamo dunque bisogno di una chiara volontà politica e di programmazione adeguata, al di là degli slogan.
Da persona che ha vissuto e lavorato all’estero e che ha scelto di tornare per amore della propria terra, so di aver rinunciato a molte opportunità e credo sia ingiusto. Per questo motivo è proprio ciò su cui dobbiamo investire: la creazione di opportunità e possibilità professionali concrete e di spazio per realizzarle, magari chiedendo aiuto ai tanti giovani professionisti e professioniste che rappresentano già un’ottima risorsa del territorio.

Il suo sogno nel cassetto?
Aprire un centro giovanile polifunzionale a Licola Mare o in altri posti degradati della nostra città, che possa diventare luogo di eccellenza e di ispirazione dal quale far partire idee innovative e di sviluppo per tutta la comunità dei Campi flegrei.

NON CI RESTA CHE VOTARE E FAR VOTARE, c’è tempo sino a fine mese. Abbiamo un sogno nel cuore…una nostrana come Donna Dell’Anno 2021 di D.it. di repubblica.it.

di Antonio Russo

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