Salvò decine di ebrei a Roma: il puteolano Gennaro Lucignano candidato come “Giusto fra le Nazioni”
Due associazioni promuovono la candidatura del maresciallo Gennaro Lucignano come “Giusto fra le Nazioni”. La richiesta è stata inoltrata il 27 gennaio 2023 – Giornata della memoria per le vittime dell’olocausto – al comune di Pozzuoli affinché l’ente locale possa promuoverla nei confronti delle autorità israeliani. Nei prossimi giorni saranno sollecitati gli enti ebraici italiani. A chiedere il riconoscimento sono stati Samuele Guardascione in qualità di presidente dell’associazione culturale Bacoli – Kymi e Ciro Biondi presidente dell’associazione di promozione sociale Dialogos – Ente del Terzo Settore.
“Chiediamo – dichiarano Guardascione e Biondi – un impegno da parte del Comune di Pozzuoli e della comunità flegrea in considerazione della recente riscoperta della storia del puteolano Gennaro Lucignano, maresciallo della Polizia Fluviale di Roma che contribuì alla salvezza di ebrei in seguito al rastrellamento del Quartiere Ebraico del 1943. Lo scopo è individuare un percorso comune per candidare il militare al titolo di “Giusto fra le Nazioni”, il riconoscimento attribuito dall’Ente nazionale per la Memoria della Shoah, in ebraico Yad Vashem, dello Stato di Israele a chi ha rischiato la vita per salvare gli ebrei durante l’Olocausto”.
Questa la descrizione dei fatti avvenuti a Roma. La mattina del 16 ottobre 1943, dalla torre annessa all’Ospedale Israelitico sito sull’isola Tiberina, si videro i movimenti delle truppe tedesche intorno al ghetto (situato sulla terraferma, proprio di fronte). Iil dott. Giovanni Borromeo, direttore dell’Ospedale San Giovanni Calibita – Fatebenefratelli anch’esso situato sull’isola Tiberina, intuì il pericolo e convocò il maresciallo Lucignano: gli spiegò cosa stava succedendo e gli chiese se fosse d’accordo a salvare gli ebrei presenti sull’isola. Il maresciallo, responsabile dell’ordine pubblico, fece una scelta coraggiosa e rischiosa per la propria incolumità. Senza alcuna remora, disse di sì e, insieme ai suoi collaboratori, si adoperò per salvare gli ebrei.
Si mossero, insieme a loro, il dott. Vittorio Emanuele Sacerdoti, anch’esso ebreo ma sotto false generalità, l’infermiera Dora Focaroli, fra Maurizio Bialek e l’intera Comunità tiberina dei Fatebenefratelli. In pochissimi minuti, fu organizzato un “reparto isolamento” per malati infettivi gravi e tra essi, presente come paziente, anche il dott. Borromeo. Quando arrivarono due camion carichi di soldati tedeschi, fu convocato il maresciallo Lucignano al quale fu chiesto se ci fossero ebrei nell’Ospedale Israelitico. Il maresciallo affermò che l’ospedale si era svuotato nei giorni precedenti e che, al momento, erano presenti una cinquantina di malati (qualcuno dice oltre cento) infettivi e in gravi condizioni. I tedeschi, diffidenti, chiesero di visitare il reparto, entrarono e si trovarono davanti a una vetrata oltre la quale c’erano i “malati”. Si sentivano colpi di tosse, lamenti, si vedeva qualcuno sputare sangue. A quel punto, il medico tedesco, arrivato con i soldati, chiese di parlare con qualcuno dei “malati” tenendosi, comunque, al di là della vetrata. Si avvicinò il “malato” Giovanni Borromeo che spiegò che erano tutti colpiti dal “Morbo K”, malattia estremamente contagiosa e dagli effetti mortali. A quel punto, il medico tedesco, interpretando la K come iniziale di Koch, la malattia come tubercolosi, pensò bene di allontanarsi insieme al resto dei soldati temendo per la propria salute. In realtà, la K rappresentava, per il dott. Borromeo, le iniziali di due feroci nazisti: Albert Kesselring e Herbert Kappler. Questa è la storia di un “bidone” tirato ai tedeschi che salvò decine di ebrei.
Nel 2004, lo “Yad Vashem”, l’ente israeliano che si occupa dei riconoscimenti di Giusto tra le Nazioni, concesse l’onorificenza al dottor Giovanni Borromeo. Visti i fatti, però, un ruolo altrettanto fondamentale fu quello svolto dal maresciallo Gennaro Lucignano, senza il quale tutta la vicenda non si sarebbe potuta svolgere. La richiesta al Comune di Pozzuoli è finalizzata a sollecitare l’ente locale nei confronti dello “Yad Vashem” per la richiesta di “Giusto tra le Nazioni” anche per il maresciallo Gennaro Lucignano.
“Altri cittadini di Pozzuoli ed esperti di storia locale conoscono la vicenda – raccontano Samuele Guardascione e Ciro Biondi – pertanto anche con il loro aiuto sarebbe interessante verificare se ci sono ancora familiari del militare a Pozzuoli. Ad ogni modo è necessario onorare la memoria di questo puteolano che ha svolto un ruolo importante e rischioso. La vergogna delle leggi razziali, l’antisemitismo e il nazismo sono un’onta perenne per la nostra Italia. Pertanto ricordare persone che si sono opposte alle ingiustizie diventa un dovere. Siamo disponibili a fornire ulteriori informazioni sull’accaduto e collaborare nell’iter per richiedere l’onorificenza. Si ritiene opportuno coinvolgere la Comunità Ebraica di Napoli e altri enti che si occupano della Memoria dell’Olocausto. L’onorificenza alla memoria del maresciallo Gennaro Lucignano sarebbe un onore per l’intera comunità puteolana e flegrea e un esempio per le nuove generazioni”.