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È un medico d’eccellenza del Pascale, il nuovo primario di Oncologia dell’ospedale di Pozzuoli

Domani, domenica 26 febbraio, sarà il primo giorno di lavoro del nuovo Primario di oncologia del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, Gaetano Facchini, un medico già riferimento in Campania per i pazienti che si rivolgevano al Pascale per tumori urologici e dell’apparato genitale maschile. Nel solo 2018 sono state 1805 le visite ambulatoriali effettuate dal suo ambulatorio presso l’Istituto dei Tumori napoletano, facendo registrare 744 accessi in regime di day hospital. Il Dottor Facchini è risultato vincitore del concorso a primario, bandito dall’ASL Napoli 2 Nord cinque mesi fa.

Quando mi hanno comunicato che il mio primo giorno di contratto come primario dell’oncologia di Pozzuoli cadeva di domenica, ho creduto fosse importante entrare in servizio proprio in questo giorno, senza aspettare il lunedì. Si tratta di un momento che simbolicamente mi avvicina ai pazienti; si è malati, infatti, tutti i giorni della settimana – sottolinea Facchini. Ho già conosciuto la squadra dei medici, infermieri ed oss dell’oncologia e avviato i rapporti coi colleghi del Santa Maria delle Grazie. Ritengo che a Pozzuoli ci siano tutti gli spazi e le possibilità per costruire percorsi di accoglienza e terapia di eccellenza, ora tocca a noi”.

Il dottor Facchini è autore di 175 pubblicazioni scientifiche, di cui 39 come primo autore. I suoi lavori di ricerca sono stati citati 2631 volte (fonte Google Scholar), mentre è stato Presidente o Responsabile Scientifico di 30 congressi e relatore o docente 217 volte.

Dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord: “Insieme alla comunità dei medici, degli infermieri e degli OSS dell’ospedale di Pozzuoli, ho dato il benvenuto a Gaetano Facchini. La sua scelta di venire a lavorare al Santa Maria delle Grazie testimonia la qualità dell’assistenza che l’ospedale flegreo ha raggiunto negli ultimi anni. La sfida che dobbiamo cogliere è quella di migliorare la qualità delle cure e, allo stesso tempo, di costruire percorsi di umanizzazione dell’assistenza. L’unione di questi aspetti diventa ancora più importante in un ambito tanto delicato quale è quello dell’oncologia”.

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