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Dramma a Pozzuoli, barboncino sbranato da un altro cane in un condominio: feriti i suoi padroni

Il nostro cane è stato ucciso sotto i nostri occhi. Si stava recando a casa mia, verso la mia porta, dove sapeva che li avrebbe trovato rifugio, sicurezza e la sua immancabile pallina. Ma a quella porta non ci è mai arrivato”, è l’incipit di una storia ha dell’inverosimile ma che purtroppo è realtà. A raccontarla è una cittadina puteolana, “zia” dei proprietari del cane barboncino, Brady, ucciso brutalmente, sbranato e sventrato da un meticcio di grossa taglia all’interno di un condominio, nel quartiere Arco Felice, a Pozzuoli.

I padroni di Brandy, presenti durante l’aggressione, sono stati anch’essi feriti nel tentativo di salvarlo. Hanno riportato ematomi e ferite da morso. Il “padre” del cagnolino ha subito anche perforazioni alle dita. Ma nessuno li ha aiutati nonostante le loro urla. Secondo il racconto diffuso sui social: “Il cane del primo piano, è uscito come furia, con l’intento di uccidere il piccolo Brandy, brutalmente sbranato e sventrato. Si è fermato solo nel momento in cui il sangue e le budella del nostro cagnolino erano distese sul pianerottolo. Mio fratello e la fidanzata, proprietari del cane, hanno tentato di salvarlo fino all’ultimo avendo anche loro la peggio e subendo gravi danni come si evince dalle foto”.

Da questo nasce la denuncia nei confronti del proprietario del meticcio che ha ucciso Brady: “E’ gestito da persone incompetenti. Il cane si è trasferito da pochi mesi, non ha mai indossato la museruola e il padrone è un signore anziano che non riesce a restare in piedi e viene trascinato dalla forza del cane. Tutto ciò è successo per una dimenticanza del padrone. La porta era aperta e il cane e uscito fuori come una furia con l’intento di uccidere”. 

Si chiede giustizia: “Siamo stati abbandonati, abbiamo raccolto il nostro piccolino ma la nostra corsa al pronto soccorso non ha sortito nessun effetto. Siamo qui a raccontare la nostra storia perché i padroni raccontano dell’accaduto come “un qualcosa che poteva capitare”. No, tutto ciò non poteva e non doveva capitare perché al posto di Brandyno poteva esserci un bambino o un neonato”.

Il cane “aggressivo” invece è ancora lì in casa. “Il cane adesso è rinchiuso in casa, e abbiamo paura che questo lo stia incattivendo ancora di più e alla prima “dimenticanza” questa tragedia si ripeterà. Il meticcio poteva puntare alla nostra gola, e noi siamo convinti che il nostro coraggioso cucciolo si sia sacrificato con questo immenso gesto d’amore per salvarci la vita. Nessuno ci ridarà indietro il nostro amico a quattro zampe, ma vi preghiamo di condividere affinché si possa evitare un’altra tragedia!”.

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