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Bradisismo, individuate le aree responsabili del sollevamento del suolo e dei terremoti

Nuovo studio dell’Ingv sulla caldera dei Campi Flegrei, dal titolo “Seismic Images of Pressurized Sources and Fluid Migration Driving Uplift at the Campi Flegrei Caldera During 2020–2024”. I ricercatori sono riusciti a individuare le sorgenti di pressione responsabili del sollevamento del suolo e dei frequenti terremoti.

E’ ancora oggetto di studio, però, se questi processi siano innescati dal magma oppure dai gas magmatici. Lo studio è finalizzato a ricostruire la struttura del sottosuolo nell’area centrale dei Campi Flegrei fino a 4–5 km di profondità. A tal fine sono stati analizzati i terremoti registrati tra il 2020 e il 2024 per ottenere “immagini” tridimensionali delle variazioni di velocità delle onde sismiche.

La tomografia sismica genera una “immagine” tridimensionale del sottosuolo che, in parole semplici, possiamo paragonare alla TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) usata in medicina per diagnosticare alcune patologie nel corpo umano.

Il cospicuo numero di eventi sismici registrati negli ultimi anni dalla rete sismica dell’Osservatorio Vesuviano, insieme alla buona copertura delle stazioni, ha reso possibile la realizzazione di una nuova tomografia in velocità ad alta risoluzione. Il confronto tra le immagini tomografiche relative ai periodi 2020–2022 e gennaio 2023–giugno 2024 ha, inoltre, rivelato delle variazioni che sono state correlate con la dinamica interna della caldera, la quale sta ancora mostrando una rapida evoluzione come osservato negli ultimi nove mesi.

In particolare, dall’analisi tomografica nel tempo sono state individuate due distinte anomalie positive, ovvero incrementi localizzati delle velocità, circondate da aree in cui tali velocità risultano attenuate: la prima relativa alle velocità delle onde P (Vp) è localizzata a 3–4 km di profondità sotto Pozzuoli e nel mare antistante; la seconda, relativa alle velocità delle onde S (Vs), si trova a circa 2 km di profondità sotto l’area fumarolica Solfatara-Pisciarelli. Queste anomalie sono state interpretate come le sorgenti responsabili sia del sollevamento del suolo, sia dell’aumento della sismicità.

L’incremento della velocità tra 3 e 4 km di profondità può essere attribuito sia a una modesta intrusione magmatica, arricchita di fluidi supercritici oppure a un accumulo di fluidi ad alta densità. Per quanto riguarda l’incremento osservato a circa 2 km di profondità, gli studiosi credono rappresenti il risultato della migrazione dei fluidi dalla zona pressurizzata a 3–4 km di profondità verso est e a livelli più superficiali.

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