Bradisismo, Luongo tuona: “Non vi è un documento ufficiale sulla pericolosità sismica”

Secondo il vulcanologo Giuseppe Luongo, docente emerito dell’Università Federico II, occorre una maggiore chiarezza sul fenomeno del bradisismo nei Campi Flegrei. Annunciare e comunicare quanto registrato dalle reti di monitoraggio per l’esperto è troppo poco.
“Il Dipartimento di Protezione Civile in tempi recenti ha organizzato sia incontri tra gli studiosi del fenomeno del Bradisismo per dibattere sullo stato del fenomeno e sul livello di pericolosità, altre hanno avuto come obiettivo il confronto tra i cittadini dell’area flegrea e gli operatori di Protezione Civile nazionale, regionale e responsabili dei Centri di Competenza sul Bradisismo, nonché le autorità del governo del territorio.
Tutta questa preziosa attività non riesce a trasmettere ai cittadini la tranquillità che viene dichiarata dagli amministratori. Non è sufficiente affermare che la componente scientifica della Protezione Civile non segnali alcuna variazione significativa ne ipotizzi un’evoluzione del fenomeno verso la sua intensificazione, per tranquillizzare chi vive nell’area flegrea.
Mancano risposte concrete sulla mitigazione del rischio sismico, che avrebbe dovuto avere un’accelerazione per l’incremento dell’energia sismica liberata. Al momento non vi è un documento ufficiale sulla pericolosità sismica, relativa al terremoto dal quale ci si intende difendere.
Mancando questo dato e le sue caratteristiche in termini di meccanismo e di contenuto in energia e frequenze del moto del suolo, la vulnerabilità sarà calcolata rispetto alla legge vigente, che non esamina la sismicità locale di moderata energia, ma oltremodo pericolosa per la sua superficialità e per la mancanza di conoscenze sulla struttura generatrice del terremoto (faglia che può emergere in superficie).
Dai Bollettini emessi settimanalmente e mensilmente dall’Osservatorio Vesuviano non sono illustrate le cause dell’estensione dell’area sismicamente attiva o le ipotesi per un tale sviluppo. Questo silenzio determina lo sviluppo delle interpretazioni più “strane” su tale fenomeno da parte delle reti sociali.
Infine, un’osservazione sull’interpretazione del meccanismo che genera la crisi bradisismica in atto; sono stati prodotti modelli di varia natura sul sollevamento, la sismicità, l’attività idrotermale, spesso simili nei contenuti e talvolta molto diversi, alcuni individuano nei fluidi la causa del fenomeno, altri privilegiano l’azione del magma, in tutto questo sviluppo manca la voce autorevole della struttura tecnica della Protezione Civile.
In queste condizioni il vuoto è riempito di tesi diverse sul fenomeno e i cittadini sono frastornati. Non è accettabile il silenzio della Protezione Civile sull’interpretazione del fenomeno e sulla confusione tra comunicazione scientifica, attraverso la letteratura scientifica, e comunicazione delle strutture di monitoraggio (Centri di competenza della Protezione Civile) che spesso sono contrastanti, licenziando il problema con l’autorità del ruolo e non con l’autorevolezza della conoscenza.
Nessun bavaglio a nessuno, perché il confronto fa crescere, ma occorre chiarezza sull’interpretazione del fenomeno e non limitarsi a descrivere quanto registrato dalle reti di monitoraggio. Questo passaggio non appare nei Convivi della comunità scientifica né nelle riunioni convocate dalla Protezione Civile per illustrare il fenomeno ai cittadini”, fa sapere il Prof. Giuseppe Luongo.
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