Bradisismo, De Natale (Ingv): “Nessuna super eruzione, necessaria un’evacuazione progressiva”
Per l’attuale fase bradisismica in atto nei Campi Flegrei il vulcanologo e già dirigente di ricerca Ingv Giuseppe De Natale ha condiviso la sua idea riguardo l’impossibilità di una super eruzione della caldera e ha duramente criticato gli scenari apocalittici che i media stanno pubblicando.
“Tali ricostruzioni sono generalmente basate sulla più potente eruzione mai avvenuta in Europa negli ultimi 300.000 anni: l’Ignimbrite Campana di 40.000 anni fa. Questa grande eruzione, che produsse circa 250 km di materiali eruttati è stata fino a pochi anni fa associata alla formazione della caldera flegrea ma, con diversi sondaggi relativi al progetto Cfddp, abbiamo recentemente compreso che non ha nulla a che fare con essa”, afferma De Natale in una sua lettera indirizzata al Corriere del Mezzogiorno.
Il vulcanologo Ingv ribadisce che i Campi Flegrei non sono un Supervulcano, e dunque non possono causare una super eruzione. Quello che però ci si può aspettare in una futura eruzione ai Campi Flegrei è un “evento con Vei (Volcanic Explosivity Index, usato per classificare le eruzioni esplosive) compreso tra 2 e 4-5”. Cosa significa?
E’ quanto accaduto con l’eruzione di Monte Nuovo del 1538, mentre tra gli eventi molto improbabili vista l’evoluzione del presente bradisismo, che sembra molto più lenta anche rispetto al 1538, troviamo il tipo “Agnano-Montespina”, avvenuta circa 4.500 anni fa (il cui Vei è stimato tra 4 e 5).
“È importante notare che nessuna di queste eruzioni ha mai prodotto flussi piroclastici capaci di arrivare nella parte di Napoli al di fuori della caldera”.
L’eruzione più probabilmente tipo “Monte Nuovo”, secondo il vulcanologo Ingv, avrebbe un impatto molto localizzato e non si diffonderebbe oltre la zona relativa alla caldera. Tuttavia De Natale sottolinea l’impossibilità di prevedere con certezza un’eruzione.
“Da oltre 50 anni osserviamo praticamente tutti gli eventi cosiddetti precursori, la possibilità di previsione di un’eruzione, in quest’area, è tutt’altro che certa. L’unica cosa certa, attualmente, è l’altissimo rischio sismico, con terremoti continui che possono arrivare fino a magnitudo 5”.
Il rischio sismico però è facilmente mitigabile: basta verificare, come prevede anche la recente legge sul bradisismo, la vulnerabilità degli edifici soprattutto nella zona vicina agli epicentri dove si verificano le scosse più forti.
Il vulcanologo fa una distinzione importante tra il “mancato allarme” in caso di eruzione che esporrebbe oltre 500.000 persone all’evento e il “falso allarme” che sarebbe ancora peggiore del primo, in quanto comporterebbe “l’evacuazione di 500.000 persone (distribuendole in ogni parte d’Italia), per tempi indefiniti ma certamente lunghissimi”.
In conclusione, il piano d’emergenza per De Natale deve essere applicato anche a eruzione in corso, secondo la tipologia di “evacuazione progressiva”, ossia iniziando dall’area di massimo rischio e aumentando il raggio di evacuazione in funzione dell’evoluzione dell’eruzione.
“L’evacuazione progressiva eviterebbe la quasi totalità dei problemi posti da un’eventuale, imponente evacuazione di 500-600 mila persone in un’unica soluzione e in tempi brevissimi”.
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